PREFERIREI DI NO – La storia di Bartleby

PREFERIREI DI NO – La storia di Bartleby

liberamente tratto dal racconto “Bartleby lo scrivano”
di Hermann Melville adattamento e regia Andrea Caimmi
con Michele Salvatori e Leonardo Mei

Destinatari Scuole di I° e II° grado.

Spettacolo adatto anche per un pubblico adulto.

Bartleby lo scrivano è considerato uno dei più bei racconti dell’epoca moderna. Una storia comica che a volte sembra sfiorare l’assurdo, ma piena di risvolti profondi, misteriosi. Completata nel 1853 da Herman Melville, autore del più noto Moby Dick, porta con sé l’impronta, irriducibile a qualsiasi etichetta, del suo autore.
È un testo dotato di una sua naturale teatralità dove un avvocato di Wall Street racconta in prima persona il suo incontro con lo scrivano Bartleby, “il più stravagante di quanti abbia mai veduto, o di cui abbia avuto notizia”.
Assunto in un importante studio legale, nel momento storico in cui si sta affermando un nuovo sistema economico americano- la nascita del sistema finanziario-, lo scrivano, apprezzato inizialmente come lavoratore indefesso e meticoloso, svela un curioso e spiazzante modo di essere.
Sta sempre da solo, non ha un amico, e soprattutto si rifiuta, con estremo garbo e deferenza, di adempiere a semplicissime pratiche, che esulino dal suo lavoro, la ricopiatura cioè di documenti legali, fino ad arrivare a rifiutarsi di uscire dall’ufficio.
Perché lo fa? Che cosa vuole dimostrare?
In scena vedremo Michele Salvatori, attore e teatroterapeuta che da anni lavora nel sociale, e Leonardo, un ragazzo autistico, nei panni dell’imperscrutabile scrivano.
Leonardo e Michele si conoscono da anni ormai, e tra loro si è creato un rapporto profondo, unico, e in virtù della sua unicità non assimilabile o definibile attraverso categorie che saremmo soliti definire amicizia o conoscenza.
Tra di loro potremmo parlare di “affiatamento” o “reciproca disponibilità”, come avviene infatti tra due attori, quando si trovano coinvolti nell’impresa di raccontare insieme ad un pubblico una storia.
Giorno dopo giorno, lavorando e condividendo l’esperienza teatrale, ognuno scopre qualcosa in più di sé e dell’altro.
Le paure, i preconcetti, le intuizioni, si modificano. Le distanze si accorciano. I due mondi, quello di Leonardo e quello di Michele si avvicinano. Come avviene tra l’avvocato e lo scrivano Bartleby. Fino a confondersi, sembra suggerirci l’opera di Melville.
Il personaggio “stravagante” del racconto non è più tale, o forse non più di quanto lo sia il suo datore di lavoro nell’ufficio di Wall Street.
L’attore “stravagante” dello spettacolo non lo è più del collega che lo affianca.
Come recitava un vecchio slogan: “Da vicino nessuno è normale”.